Indice MAB, il Blog e tutti i suoi contenuti sono protetti da copyright secondo i termini della Licenza Creative Commons Attribuzione-Non Commerciale-Non Opere Derivate 2.5 Italia

Cerca nel blog

venerdì 20 novembre 2009

STRUMENTI AD APPROCCIO SOGGETTIVO

QUESTIONARI AUTOVALUTATIVI
Rientrano in questa categoria quegli strumenti di valutazione dello stress che indagano il disagio psicofisico tramite interviste ai lavoratori effettuate mediante la somministrazione di questionari.
Rappresentano il gruppo più numeroso di strumenti valutativi esistenti, nonché il tipo di approccio più utilizzato.
Risentono delle caratteristica di suscettibilità individuale, ma forniscono una stima personale per ogni lavoratore dei suoi livelli di stress. Nascono però con una finalità più epidemiologica che valutativa. Inoltre, sono per lo più in lingua inglese e costruiti su realtà molto attive nel campo della prevenzione come quella anglosassone o scandinava, quindi molto diverse dal contesto lavorativo italiano.
Pochi possiedono una versione tradotta in lingua italiana e la maggior parte di essi è stata realizzata prima del 2000, quindi potrebbero non essere aggiornati rispetto ai notevoli cambiamenti sociali e lavorativi degli ultimi anni.
Di seguito sono indicati, in ordine alfabetico, i principali questionari valutativi disponibili in letteratura:

COPSOQ (Copenaghen Psychosocial Questionnaire) di Kristensen. Creato nel 2002, tradotto in 13 lingue. Strumento ufficiale del Governmental Councils and Boards - Arbejdsmiljøinstituttet (AMI) (1). Analizza diversi aspetti, come le richieste emotive e cognitive, il grado di soddisfazione, il potere decisionale, i conflitti sociali e lavorativi, ecc. Esiste una versione breve (44 items), una media (95 items) e una lunga (141 items) (2).

ERI (Effort-reward Imbalance) di Siegrist. Creato nel 1986, tradotto in 16 lingue, tra cui l’italiano. E’ probabilmente il più famoso strumento di valutazione dello stress dopo il JCQ di Karasek. Si basa sul rapporto tra sforzo e ricompensa nel contesto lavorativo. Contiene tre punti: 1) sforzi elevati con basse ricompense determinano rischio per la salute; 2) troppo impegno può aumentare il rischio per la salute; 3) ipotesi di interazione: uno squilibrio tra sforzo e ricompensa con un alto livello di impegno determinano un maggiore rischio per la salute (2,3,4,5). Esiste una versione breve (23 items) (6) e una lunga (46 items) (2).

HSE (HSE Indicator Tool) (7) della Health and Safety Executive (8), un istituto inglese sulla sicurezza sul lavoro che rappresenta anche un progetto di prevenzione dello stress in Gran Bretagna. Creato nel 2004, tradotto in 17 lingue. Strumento ufficiale dell’HSE. Analizza sei principali settori noti come fonte di stress: domanda, controllo, supporto, relazioni, ruoli lavorativi e cambiamenti. Esiste un’unica versione (35 items) (2).

JCI (Job Characteristics Index) di Sims et al. Creato nel 1976, presente solo in lingua inglese. Sviluppato a partire dal Job Diagnostic Survey, analizza sei indicatori di stress percepito: abilità, autonomia, feedback, rapporti con i colleghi, obiettivi, rapporti sociali. Esiste un’unica versione (30 items) (2,9).

JCQ (Job Content Questionnaire) di Karasek (10,11). Creato nel 1985, Tradotto in 20 lingue, tra cui l’italiano. E’ in assoluto lo strumento di valutazione dello stress più famoso e più utilizzato. Si basa sulla relazione tra tre caratteristiche: job demand (richiesta lavorativa), decision latitude (libertà decisionale, a sua volta divisa in skill discretion, relativa alle caratteristiche della mansione, e decision authority, cioè il potere decisionale) e work place social support o social network (supporto sociale da parte dei colleghi) (12,13). Karasek sostiene che la soddisfazione sul lavoro dipende dall’autonomia decisionale e che lo stress origina da carichi di lavoro considerati eccessivi (14).
Presenta tre versioni principali, short version (27 items), standard (49 items) e long version (112 items).
Da esso sono derivati anche il DCQ (Swedish Demand-Control Questionnaire) costitutito da 17 items e la versione di Whitehall da 25 items; inoltre esistono almeno tre versioni italiane: da 15, 35 e 49 items, quest’ultima rappresenta di fatto la “recommended version” (12). E’ stato Sviluppato dall’Università del Massachusetts (2,15).

JDS (Job Diagnostic Survey) di Hackman e Oldham. Creato nel 1975, presente solo in lingua inglese. E’ il primo questionario valutativo ad approccio soggettivo conosciuto. Analizza cinque indicatori di stress percepito: abilità, autonomia, feedback, identità e significato degli obiettivi. Esiste un’unica versione (15 items) (2,16).

JSS (Job Stress Survey) di Vagg e Spielberger. Creato nel 1994, presente in inglese e francese. Analizza le condizioni lavorative attraverso tre scale principali: presenza, severità e frequenza dello stress. Esiste un’unica versione (30 items) (2,17).

MOHQ (Multidimensional Organisational Health Questionnaire) di Avallone and Pamplomatas. Creato nel 2003, presente lingua italiana. E’ utilizzato dall’ Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro (ISPESL) (18). E’ suddiviso in nove parti volte ad esplorare vari aspetti della salute organizzativa: anamnesi, comfort ambientale, salute organizzativa, sicurezza, caratteristiche del lavoro, indicatori positivi e negativi, disturbi psicosomatici, innovazione, suggerimenti del lavoratore. Esistono tre versioni: una “base” (139 items) (2), una “per contesti ospedalieri e sanitari” e una “ sulle differenze i genere” (19).

NIOSH GENERIC STRESS JOB STRESS QUESTIONNAIRE di Hurrell and McLaney. Creato nel 1988, presente in 4 lingue. Analizza i fattori psicosociali, lo stress individuale e gli indicatori di stress. E’ lo strumento ufficiale del NIOSH. Esiste un’unica versione (246 items) (2,20,21).

NOVA WEBA QUESTIONNAIRE di Huys e De Rick. Creato nel 1992, presente solo in olandese. E’ diviso in 4 settori principali: problem solving, capacità organizzativa, caratteristiche della mansione, altri rischi. Esiste un’unica versione (156 items) (2).

OCCUPATIONAL STRESS QUESTIONNAIRE di Elo et al. Creato nel 1988, presente in 2 lingue. Analizza la presenza di stress occupazionale attraverso quattro indici: carico di lavoro percepito, stressors ambientale, reazione individuale allo stress, organizzazione lavorativa. Strumento ufficiale del Finnish Institute of Occupational Health. Esiste un’unica versione (56 items) (2).

OSI (Occupational Stress Index) di Belkic. Creato nel 2000, presente in 4 lingue. E’ diviso in due settori principali: una parte anamnestica generale e una specifica sullo stress. Esistono due versioni integrate, una generica (65 items) e una specifica per la mansione (medici, autisti, insegnanti, operai, ecclesiastici, controllori di volo, piloti d’aereo) (2).

OSInd (Occupational Stress Indicator) di Cooper et al. Creato nel 1988, presente in inglese e italiano. Analizza la presenza di stress occupazionale attraverso tre scale principali: aspetti legati alla mansione, effetti dello stress, indicatori di stress. Esiste un’unica versione (167 items) (2,23).

OSInv (Occupational Stress Inventory) di Osipow. Creato nel 1980, presente solo in lingua inglese. Analizza la presenza di stress occupazionale attraverso tre diversi questionari: Occupational Roles Questionnaire, Personal Strain Questionnaire e Personal Resources Questionnaire. La somma dei tre questionari è composta da 140 items (2,24).

PRESSURE MANAGEMENT INDICATOR di Williams e Cooper. Creato nel 1998, presente in inglese e in più di altre 20 lingue. Analizza l’origine e gli effetti della pressione lavorativa sul posto di lavoro e le differenze individali. E’ derivato dall’OSI. Esiste un’unica versione (120 items) (2).

PWC (Psychosocial Working Conditions) di Widerszal-Bazyl and Cieslak. Creato nel 2000, presente solo in lingua polacca. Analizza l’impatto dello stress occupazionale sulle condizioni lavorative, attraverso tre scale principali: richiesta lavorativa, controllo e supporto sociale. Esiste un’unica versione (36 items) (2).

QPS NORDIC (General Nordic Questionnaire) di Lindstrom. Creato nel 2000, tradotto in 7 lingue. Strumento ufficiale del Nordic Council of Ministers. Analizza i fattori psicosociali come determinanti di motivazione, salute e benessere. Esiste una versione breve (34 items) e una lunga (123 items) (2).

SDS (Stress Diagnostic Survey) di Ivancevich. Creato nel 1983, presente solo in lingua inglese. Identifica aree specifiche ad elevato stress presenti nell’ambiente lavorativo attraverso l’analisi di fattori individuali e organizzativi. Esiste un’unica versione (80 items) (2,25).

STRESS PROFILE di Setterlind e Larson. Creato nel 1995, presente in 8 lingue. Analizza la presenza di stress occupazionale attraverso quattro scale principali: cause esterne di stress, reazioni, strategie di coping e reazioni allo stress. Esiste un’unica versione (224 items) (2).

TRIPOD SIGMA QUESTIONNAIRE di Wiezer e Nelemans. Creato nel 2003, presente solo in lingua olandese. Analizza gli strumenti di gestione dello stress attraverso otto scale dedicate alle strategie di organizzazione aziendale. Esiste un’unica versione (166 items) (2).

VAG (Travail et Santè) adottato dal Conseil National du Travail (25) (CNT) e dalla Fédération Générale du Travail du Belgique (26) (FGTB). Creato nel 1993, presente in francese e olandese. Valuta l’esposizione a stress occupazionale tramite l’analisi di alcuni settori a rischio, come: organizzazione lavorativa, condizioni di salute, sicurezza, vita privata, ecc. Esistono due versioni: una completa (200 items) e una abbreviata (46 items) (2).

VBBA (Vragenlijst Beleving en Beoordeling Van De Arbeid) di Van Veldhoven e Broersen. Creato nel 1994, presente in francese e olandese. Analizza cause e conseguenze dei fattori ambientali lavorativi che possono influire sulla salute psichica del lavoratore, attraverso otto scale principali, tra cui: caratteristiche lavorative, soddisfazione, problemi lavoro correlati, relazioni, comunicazioni, ecc. Esiste un’unica versione (167 items) (2).

VOS-D (Stress d’Organization Questionnaire) sviluppato da un pool di psicologi dell’ Università olandese di Nijmegen. Creato nel 1986, presente in francese e olandese. Analizza le condizioni lavorative secondo 14 moduli principali. Esiste un’unica versione (95 items) (2).

WES (Work Environment Scale) di Moos. Creato nel 1981, presente solo in lingua inglese. Analizza il clima sociale presente nell’ambiente lavorativo attraverso alcuni parametri come le relazioni tra colleghi e superiori, l’autonomia, gli obiettivi, la pressione sul posto di lavoro, la ricerca dell’innovazione, ecc. Esistono due versioni: una long version (90 items) e una short version (40 items) (2).

WOCCQ (Working Conditions and Control Questionnaire) di De Keyser e Hansez. Creato nel 1996, presente in tre lingue. Analizza i rischi psicosociali e il controllo sui lavoratori attraverso la valutazione di alcune caratteristiche principali, come: risorse, futuro, obiettivi, rischi per sé stessi e per gli altri, pianificazione dei compiti lavorativi, gestione del tempo. Realizzato dal Dipartimento di Psicologia del Lavoro dell’Università di Liegi (Belgio), viene utilizzato dall’ Istituto di Ricerca e Sicurezza Francese (INRS) e dall’ Istituto di Salute e Sicurezza sul Lavoro del Belgio (PREVENT) (28). Esiste un’unica versione (80 items) (2).

<<<<< PRECEDENTE                        SUCCESSIVO >>>>>

BIBLIOGRAFIA:
2. Tabanelli MC, Depolo M, Cooke RMT, Sarchielli G, Bonfiglioli R, Mattioli S, Violante FS. Available instruments for measurement of psichosocial factors in the work environment. International Archives of Occupational and Environmental Health. 82:1-12. 2008.
3. Siegrist J, Peter R, Junge A, Cremer P, Seidel D. Low status control, high effort at work and ischemic heart disease: prospective evidence from blue-collar men. Social Science and Medicine. 31(10):1127–1134. 1990.
4. Siegrist JA. Adverse health effects of high-effort/low-reward conditions. Journal of Occupational Health Psychology. 1:27-41. 1996.
5. Buddeberg-Fischer B, Klaghofer R, Stamm M, Siegrist J, Buddeberg C. Work Stress and Reduced Health in young Physicians: Prospective Evidence from Swiss Residents. Int Arch Occup Environ Health. 82:31-38. 2008.
6. Siegrist J, Wege N, Pühlhofer F, Wahrendorf M. A short generic measure of work stress in the era of globalization: effort-reward imbalance. International Archives of Occupational and Environmental Health. 82(8):1005-1012. 2009.
9. Sims HR, Szilagyi A, Keller R. The Measurement of Job Characteristics. Academy of Management Journal 26(2):195-212. 1976.
10. Karasek RA. Job Content Questionnaire and user’s guide. Lowell: University of Massachusetts. Lowell, Department of Work Environment. 1985.
11. Karasek RA. Job demands, job decision latitude, and mental strain. Implication for job redesign. Administrative Science Quarterly. 24:285. 1979.
12. Baldasseroni D, Camerino P, Cenni G, Cesana C, Fattorini E, Ferrario M, Mariani M, Tartaglia R. La valutazione dei fattori psicosociali – Proposta della versione italiana del Job Content Questionnaire di R.A. Karasek. In www.ispesl.it/informazione/karasek.htm
13. Karasek RA, Brisson C, Kawakami N, Houtman I, Bongers P, Amick B. The job content questionnaire (JCQ): an instrument for internationally comparative assessments of psychosocial job characteristics. Journal of Occupational Health Psychology. 3(4):322–355. 1998.
14. Bergamaschi A, Papadia C, Sed B. Il medico del lavoro nell’analisi e nella gestione dello stress occupazionale e delle patologie emergenti ad esso correlate. INAIL, Atti III Convegno Nazionale Medicina Legale Previdenziale. 2000.
15. Karasek RA. Control in the workplace and its health related aspects, in Sauter SL, Hurrell JJ Jr, Cooper CL (Eds), Job Control and Worker Health, Wiley, New York, NY, pp.29-159. 1989.
16. Hackman RJ, Oldham GJ. Development of the Job Diagnostic Survey. Journal of Applied Psychology. 60:159-70. 1975.
17. Vagg PR, Spielberger CD. The job stress survey: assessing perceived severity and frequency of occurrence of generic sources of stress in the workplace. Journal of Occupational Health Psychology. 4(3):288–292. 1999.
21. Hurrell JJ Jr, McLaney MA. Exposure to job stress- A new psychometric instrument. Scandinavian Journal of Work, Environonmental and Health. 14:27-27. 1988.
23. Cooper CL, Sloan SJ, Williams JS. Occupational Stress Indicator management guide. NFER-Nelson, Windsor. 1988.
24. Osipow SH. Occupational Stress Inventory Revised Edition (OSI-R) - Professional Manual. In PAR - Psychological Assessment Resources, Inc. Florida. 1981.
25. Ivancevich JM, Napier HA, Wetherbe JC. Occupational stress, attitudes, and health problems in the information systems professional. Communications of the ACM. 26(10):800-6. 1983.