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domenica 8 novembre 2009

PREVENZIONE

In relazione alle conseguenze sociali, sanitarie e lavorative che l’esposizione ad elevati livelli di stress comporta, l’introduzione di programmi preventivi volti a eliminare, o quantomeno ridurre, le complicanze che derivano da questo fenomeno risulta un intervento necessario.
Le misure preventive possono essere individuali o collettive; nel primo caso si agisce su un individuo per cui è stato valutato un livello eccessivo di stress o per il quale è stato dimostrato che la mansione comporti una esposizione eccessiva; in caso di misure collettive, invece, è necessario predisporre programmi globali di gestione dello stress.
Secondo il NIOSH, le strategie preventive più diffuse sono essenzialmente due:
- PROGRAMMA DI ASSISTENZA AGLI IMPIEGATI. Circa la metà delle grandi aziende negli USA ne ha uno. Riduce i sintomi dello stress come ansia e disturbi del sonno, non è costoso ed è facile da sviluppare. D'altro canto agisce solo sui sintomi a breve termine e ignora importanti cause di stress, in quanto si focalizza sui fattori lavorativi e non su quelli ambientali.
- MODIFICHE ORGANIZZATIVE. Consiste nell'identificazione degli aspetti lavorativi più stressanti e nella realizzazione di strategie per eliminarli. Il vantaggio di questo approccio consiste nell' azione diretta sui principali fattori di stress, ma spesso i manager si trovano a disagio nel dover effettuare radicali cambiamenti della struttura organizzativa dei carichi di lavoro (1).


PROGRAMMI DI PREVENZIONE DELLO STRESS
I programmi di prevenzione sono un passo ormai necessario nelle strategie per fronteggiare lo stress; infatti dalla letteratura scientifica sappiamo che questi interventi agiscono sia sullo stato di salute dell’individuo, perché migliorano lo stato di benessere generale (2) e la percezione della propria salute psicologica (3) che sull’attività lavorativa, poiché influiscono positivamente su produttività, professionalità, assenteismo, valutazione organizzativa (2).
In questi anni poi il tema della prevenzione dello stress sta ricevendo una grande attenzione: in tutto il mondo stanno nascendo diverse iniziative in tal senso, come l’HSE (Health Safety Executive; Gran Bretagna), il Combat Workstress Approach (Olanda), il SOBANE (Screening, OBservation, ANalysis, Expertise; Belgio).
L’Italia, tramite l’ISPESL, partecipa al progetto europeo PRIMA-EF (Psychosocial RIsk MAnagement - European Framework) per la gestione dei rischi psico-sociali con particolare attenzione allo stress lavoro correlato e alla violenza sul lavoro (4).
Esempi di programmi preventivi in grado di ridurre i livelli di stress sono: abbattimento dello stress; miglioramento della forma fisica; screening dell’ipertensione; controllo dell’abuso di alcol, farmaci e droghe; controllo del fumo di sigaretta; nutrizione e dietologia; screening tumorale; programmi specifici per le singole mansioni (ergonomia, lavori pericolosi, antinfortunistica) (5).
Il NIOSH ha identificato all’interno dei programmi di prevenzione dello stress tre fasi principali:
1) IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA. (creare un gruppo di lavoro composto da dirigenti, impiegati e rappresentanti dei lavoratori; utilizzare un questionario per capire la percezione dei lavoratori delle condizioni di lavoro e dei livelli di stress, le condizioni di salute e la soddisfazione lavorativa; valutare gli indici di stress come: assenteismo, malattia, cambi di turno, cattive prestazioni lavorative).
2) INTERVENTO. (identificare le cause di stress da modificare; proporre le strategie di intervento; comunicare il piano di intervento agli impiegati).
3) VALUTAZIONE. (condurre valutazioni a breve e lungo termine; misurare la percezione degli impiegati delle condizioni di lavoro, stress, salute e soddisfazione lavorativa; ridefinire gli interventi e ricominciare dal punto 1) (1).
Per realizzare un adeguato programma di gestione dello stress è opportuno monitorare sia i parametri indicatori di stress fisico (patologie correlate, abitudini di vita), sia le influenze dello stress sulla produttività. E’ inoltre importante realizzare percorsi formativi che aiutino gli impiegati a riconoscere e gestire lo stress facilitando la risposta adattativa (2).
Il NIOSH ha evidenziato alcune caratteristiche applicabili ai programmi di prevenzione per aumentare la produttività e ridurre lo stress. Tra esse: riconoscimenti per i lavoratori con buone prestazioni, opportunità di carriera e l’introduzione di una cultura organizzativa che valuti i lavoratori individualmente (1).
Altre caratteristiche importanti, come evidenziato in uno studio della The St.Paul Fire and Marine Insurance Company pubblicato sul Journal of Applied Psychology sui programmi di prevenzione ospedaliera, includono: educazione allo stress per impiegati e dirigenti, cambiamenti nelle politiche aziendali con procedure per ridurre le cause di stress, creazione di programmi di assistenza ai lavoratori. Dai risultati di questo studio è stata riscontrata una riduzione del 50% della frequenza degli errori dei medici e del 70% delle pratiche di malasanità (1). Non va dimenticato inoltre di elevare i livelli di soddisfazione lavorativa: studi recenti dimostrano la sua efficacia nel contrastare sia gli effetti dello stress e che quelli del burnout (6).
Inoltre possono essere consultati esperti nel campo della prevenzione nei luoghi di lavoro o possono essere richieste le prestazioni di consulenti esterni più specializzati; l’importante è però che dopo che i provvedimenti di gestione dello stress siano stati attuati, venga svolta una verifica periodica al fine di accertarne l’efficacia.


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BIBLIOGRAFIA:
1. Stress at work. DHHS (NIOSH) Publication No. 99-101. 1999.
2. Munz DC, Kohler JM, Greenberg CI. Effectiveness of a Comprehensive Worksite Stress Management Program: Combining Organizational and Individual Interventions. International Journal of Stress Management. 8(1):49-62. 2001.
3. Tsai SL, Crockett SM. Effects of relaxation training, combining imagery and meditation, on the stress level of Chinese nurses working in modern hospitals in Taiwan. Issues in Mental Health Nursing. 14:51-66. 1993.
5. Cesana G et al. Valutazione, prevenzione e correzione degli effetti nocivi dello stress da lavoro. DOCUMENTO DI CONSENSO. Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale - Linee Guida per la formazione continua e l’accreditamento del medico del lavoro. Volume 21. 2006.
6. Simmons C, Cochran JK, Blount WR. The Effects of Job-Related Stress and Job Satisfaction on Probation Officers’ Inclinations to Quit. American Journal of Criminal Justice. 21(2):213-229. 1997.