Indice MAB, il Blog e tutti i suoi contenuti sono protetti da copyright secondo i termini della Licenza Creative Commons Attribuzione-Non Commerciale-Non Opere Derivate 2.5 Italia

Cerca nel blog

martedì 20 ottobre 2009

EZIOLOGIA

Come già detto, un ruolo fondamentale nella genesi dello stress negativo, il cosiddetto distress, è dato dalla predisposizione individuale, quindi i fattori in grado di determinare questa condizione (stressors) risultano molteplici.
Per meglio comprendere il fenomeno dello stress di natura occupazionale possiamo ricondurre i principali indici stressogeni in due categorie principali: fattori ambientali e fattori lavorativi.

FATTORI AMBIENTALI
Rientrano in questa categoria tutte le condizioni di natura non occupazionale che possono influire sulla psiche dell’individuo modificandone lo stato di benessere.
In questo senso, un primo importante settore gremito di potenziali pericoli per la salute psicofisica della persona è rappresentato dall’ambiente familiare: la sua struttura e i suoi ruoli; i problemi economici che derivano dal mantenimento; le questioni immobiliari; i confitti tra i componenti del nucleo familiare, dalle semplici liti, alla separazione o al divorzio; le esigenze alimentari, di vestiario o di altri generi di necessità; le questioni relative alla prole, dalla gravidanza, al parto, all’allevamento, alla scolarizzazione, ai conflitti generazionali; gli animali domestici; le malattie o i decessi che possono colpire un congiunto; sono tutte condizioni che comportano l’instaurarsi dello stato di tensione (risposta adattativa dell’organismo) alla base del processo di stress.
Fuori dal nucleo familiare, l’interazione dell’individuo con l’ambiente rappresenta l’altro importante settore in cui sono comprese alcune delle principali cause di stress soprattutto in relazione al confronto della persona con le altre componenti del contesto sociale.
Ne sono un chiaro esempio la situazione economica personale e generale, il livello di scolarizzazione personale, i ruoli e i comportamenti sessuali, le amicizie, i rapporti sociali, l’immagine corporea, la gestione del tempo libero, l’igiene personale, la dieta e i comportamenti alimentari, ma anche i grandi temi sociali, come la politica, il sesso, il governo, la religione, la sanità, la contraccezione, l’ambiente.
Da un punto di vista scientifico, un esempio dei fattori in grado di determinare disturbi stress correlati, sebbene contenga anche una componente occupazionale, è dato dalla Social Readjustment Ratings Scale (SRRS, Tabella 1), creata nel 1967 dagli psichiatri americani Thomas Holmes e Richard Rahe, i quali esaminarono oltre 5000 cartelle cliniche per determinare in che modo gli eventi stressanti della vita possano contribuire a determinare uno stato patologico. Ai pazienti fu sottoposta una lista di 43 eventi della vita a ognuno dei quali era stato associato un punteggio. Dalla somma di tali valori i soggetti furono poi divisi in quattro classi di rischio (0-149; 150-199; 200-299; >300), corrispondenti alla possibilità percentuale di sviluppare un disturbo da stress nei successivi due anni (1).

EVENTI DELLA VITA
VALORE
EVENTI DELLA VITA
VALORE
Morte del coniuge
100
Figlio che lascia la casa
29
Divorzio
73
Problemi con i parenti acquisiti
29
Separazione coniugale
65
Grande successo personale
28
Detenzione in carcere
63
Coniuge inizia o termina lavoro
26
Morte di un parente stretto
63
Iniziare o finire la scuola
26
Lesioni o malattie personali
53
Cambiamento condizioni di vita
25
Matrimonio
50
Cambiamento abitudini personali
24
Licenziamento
47
Problemi con i superiori
23
Riconciliazione coniugale
45
Cambiamento orari o condizioni di lavoro
20
Pensionamento
45
Cambiamento di residenza
20
Malattia di un familiare
44
Cambiamento di scuola
20
Gravidanza
40
Cambiamento attività ludiche
19
Disturbi sessuali
39
Cambiamento attività religiose
19
Nuovo membro in famiglia
39
Cambiamento attività sociali
18
Ristrutturazione aziendale
39
Mutuo < 40.000 $
17
Cambiamento status finanziario
38
Cambiamento abitudini del sonno
15
Morte di un amico intimo
37
Cambiamento del numero di riunioni familiari
15
Cambiamento settore di lavoro
36
Cambiamento abitudini alimentari
15
Litigi con il coniuge
35
Vacanze
13
Mutuo (ipoteca) > 40.000 $
31
Natale
12
Mancato riscatto di ipoteca o prestito
30
Infrazioni minori
11
Nuove responsabilità a lavoro
29


Tabella 1. The Holmes-Rahe Social Readjustment Ratings Scale (1)

FATTORI LAVORATIVI
Da un sondaggio della St. Paul Fire and Marine Insurance Co. i problemi al lavoro sono risultati maggiormente associati a patologie rispetto ad altri fattori stressanti, come problemi finanziari e familiari (2).
Secondo il NIOSH le condizioni lavorative che sono in grado di determinare stress possono essere suddivise in sei categorie principali:
CARATTERISTICHE DELLE MANSIONI – sono considerate situazioni stressanti gli eccessivi carichi di lavoro (2,3), le pause poco frequenti, i lunghi orari di lavoro e il lavoro a turni, le mansioni frenetiche e routinarie (2,3) con poca inerenza con le proprie competenze (2,3), il mancato sfruttamento delle abilità del lavoratore, ecc (2). Utilizzando la valutazione ERI si è visto che il numero di ore lavorative influisce sui meccanismi di sforzo-ricompensa ed ha un ruolo importante nella genesi dello stress lavoro-correlato (4).
GESTIONE AZIENDALE – possono determinare distress la mancata partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali (2,5), la scarsa comunicazione tra azienda e dipendenti, l’assenza di politiche familiari, l’eccessiva burocrazia (2,5).
RELAZIONI INTERPERSONALI – contribuiscono a rendere nocivo il contesto lavorativo un ambiente poco socievole e la mancanza di supporto tra i colleghi e tra questi e i dirigenti; in generale tutti i conflitti sul posto di lavoro (2,5).
RUOLI LAVORATIVI – in questo campo è stato dimostrato che le troppe responsabilità, ma anche delle aspettative lavorative conflittuali o incerte, sono un sicuro indice di stress (2,5).
PROSPETTIVE DI CARRIERA – insicurezza nel lavoro e mancanza di opportunità di crescita, avanzamento e promozione (2,5), così come rapidi cambiamenti a cui i lavoratori sono impreparati, possono determinare l’insorgenza di stress. Lo stesso discorso può essere fatto in relazione a salari inadeguati (2,5).
AMBIENTE LAVORATIVO – anche condizioni sgradevoli o pericolose, come affollamento, rumore, inquinamento dell’aria e problemi ergonomici (2), vengono percepite dal lavoratore come nocive e quindi stressanti. In generale tutti i fattori di rischio lavorativo, anche in virtù della suscettibilità individuale che caratterizza il distress, possono essere percepiti come fattori stressanti ed interferire col benessere dell’individuo (6).
Ad esempio, il rumore presente nell’ ambiente lavorativo, anche quello inferiore ai limiti di legge, come ad esempio in ufficio, aumenta la percezione dello sforzo da parte del lavoratore rispetto a condizioni di tranquillità. E’ dimostrato, infatti, che la persistenza di livelli sonori anche lievi, associata o meno ad eccessivi carichi di lavoro, determina diverse modificazioni nell’organismo a livello di frequenza cardiaca, pressione arteriosa e alterazioni EMG, che potrebbero essere alla base delle patologie muscolo scheletriche tipiche del lavoro d’ufficio (7).

Da un sondaggio della University of South Florida su un campione di lavoratori, è emerso che il 79% degli intervistati associa livelli di stress moderato-grave a uno stipendio insufficiente e il 94% è d'accordo o fortemente d'accordo sul fatto che gli aumenti di stipendio sono troppo pochi e rari e sono causa di grande insoddisfazione. Inoltre viene riferita tra le principali cause di stress la mancanza di opportunità di carriera. Ancora, circa il 74% del campione associa livelli di stress gravi o moderati con la burocrazia che, per l’ 81%, è una fonte primaria di insoddisfazione per il proprio lavoro. Infine, il 72% dei lavoratori indica tra le fonti di stress un sostegno inadeguato dai propri supervisori e dirigenti; il settore dirigenziale, infatti, svolge un ruolo importante nella produzione di insoddisfazione del lavoro: l'87% del campione non ama la loro autorità di vigilanza e l’81% non li ritiene competenti (5).
Un’altra correlazione significativa è stata riscontrata in relazione al carico di lavoro: in uno studio effettuato su un campione di giovani medici svizzeri, per i quali la mole di lavoro poteva essere considerata non eccessiva, solo 1/3 dei partecipanti riferiva livelli elevati di stress; inoltre ripetendo l’indagine nel corso del tempo, circa il 12% del campione ha riportato una diminuzione dei livelli di stress, dato probabilmente dovuto allo svilupparsi di un’ abitudine al carico di lavoro (4).
Tra le altre condizioni che rendono sfavorevole l’ambiente di lavoro un fattore molto importante è rappresentato dai livelli di soddisfazione lavorativa (3,8). Studi recenti dimostrano l’esistenza di un rapporto inversamente proporzionale: bassi livelli aumentano il rischio di sviluppare disturbi stress-correlati, mentre alti livelli costituiscono un fattore protettivo (8).
Sembra inoltre che tassi più elevati di stress siano associati ad un ruolo minore nella scala sociale ma anche a mansioni gerarchicamente inferiori (3).
Quanto alla precarietà, la mancata sicurezza del proprio posto di lavoro è risultata importante nella genesi di disturbi psicologici, ma in misura maggiore per gli uomini, mentre per le donne è stata registrata una rilevanza inferiore. Nel sesso femminile, invece, si è vista una correlazione significativa col numero di ore lavorative: orari prolungati hanno determinato un maggiore ricorso alle cure del medico di famiglia, mentre per gli uomini è valso il discorso inverso (3); sempre in rapporto alle differenze di genere, è stato osservato che gli uomini sembrano rispondere meglio a un maggiore carico di stress nell’immediato, mentre le donne sopportano meglio un carico di stress a lungo termine (9).

<<<<< PRECEDENTE                     SUCCESSIVO >>>>>

BIBLIOGRAFIA:
1. Holmes TH, Rahe RH. The Social Readjustment Rating Scale. Journal of Psychosomatic Research, 11:213-218. 1967.
2. Stress at work. DHHS (NIOSH) Publication No. 99-101. 1999.
3. Parslow RA, Jorm AF, Christensen H, Broom DH, Strazdins Lyndall, D’Souza RM. The impact of employee level and work stress on mental health and GP service use: an analysis of a sample of Australian government employees. BMC Public Health. 4:41. 2004.
4. Buddeberg-Fischer B, Klaghofer R, Stamm M, Siegrist J, Buddeberg C. Work Stress and Reduced Health in young Physicians: Prospective Evidence from Swiss Residents. Int Arch Occup Environ Health. 82:31-38. 2008.
5. Simmons C, Cochran JK, Blount WR. The Effects of Job-Related Stress and Job Satisfaction on Probation Officers’ Inclinations to Quit. American Journal of Criminal Justice. 21(2):213-229. 1997.
6. ISPESL, Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul lavoro. Lo stress in ambiente di lavoro – Linee guida per datori di lavoro e responsabili dei servizi di prevenzione. 2002.
7. Kristiansen J, Mathiesen L, Nielsen PK, Hansen AM, Shibuya H, Petersen HM, Lund SP, Skotte J, Jørgensen MB, Søgaard K. Stress reactions to cognitively demanding tasks and open-plan office noise. International Archives of Occupational and Environmental Health. 82(5):631-41. 2009.
8. Visser M, Smets E, Oort FJ, de Haes H. Stress, Satisfaction and burnout among Dutch medical specialists. Canadian Medical Association Journal. 168(3):271-275. 2003.
9. Godin I, Kittel F, Coppieters Y, Siegrist J. A prospective study of cumulative job stress in relation to mental health. BMC Public Health. 5:67. 2005.